L’adolescenza può essere definita come una fase in cui si manifesta la massima concentrazione di piccoli e grandi cambiamenti, dove irrompono sulla scena temi esistenziali, desideri e paure che rimarranno delle costanti per tutta la vita. Adolescenza come luogo di drammi, di contrari e di contrasti, officina di sogni e di progetti. Tempo in cui emerge la necessità di cambiare e la paura di farlo, la fatica di parlare e il grande bisogno di essere ascoltati.
L’adolescenza non si configura più come un tempo a termine, ma come una concentrazione dei processi di cambiamento che continuano e che interpellano tutto il corso della vita (Melucci, Fabbrini, 2000).
Partendo dal presupposto che identità si struttura quando si riesce a sperimentare sia l’autonomia che l’appartenenza, la crescita si configura come un processo continuo di costruzione, decostruzione e aggiornamento dell’identità. Emerge l’importanza, da parte degli adulti, genitori e non, di acquisire un atteggiamento curioso e disponibile ad apprendere dai giovani, ad ascoltarli con profondo interesse a volergli bene con fiducia e nello stesso tempo a mantenere autorevolezza, a dare suggerimenti, indicazioni e ordini nel rispetto del loro “disordine” e della loro unicità (V. Conte).
Infine, importante sottolineare le nuove scoperte in campo neurobiologico, che dimostrano come sviluppo celebrale ed esperienza si influenzano mutualmente (Kandel, 1998). Come l’espressione genica influisce sul comportamento, così le esperienze sociali influenzano il funzionamento celebrale, la sua struttura, la sua organizzazione.
Le ricerche scientifiche degli ultimi anni hanno messo in luce le notevoli trasformazioni strutturali e funzionali che coinvolgono il corpo e in particolare le strutture celebrali durante l’adolescenza, disconfermando la convinzione in precedenza diffusa secondo la quale lo sviluppo di queste ultime potesse considerarsi terminato all’ingresso della pubertà (Powell, 2006).